Quali sono le riviste culturali italiane di inizio Novecento?

Le riviste culturali italiane di inizio Novecento

700 592 BW Traduzioni

Quali sono le riviste culturali italiane di inizio Novecento?Quali sono le riviste culturali italiane di inizio Novecento?

In Italia nel Novecento, dal punto di vista culturale, c’è stato un grande fermento che molto deve all’azione delle prime avanguardie e dei movimenti letterari. Tale fermento ha trovato un luogo privilegiato in cui esprimersi: le riviste. Soffermarsi sulle tante riviste culturali sorte all’inizio del secolo permette di farsi un’idea di un momento storico di vivacità artistico-culturale i cui effetti salutari si sono fatti sentire per diversi decenni – basti pensare agli scrittori e agli intellettuali che hanno iniziato a scrivere in quel periodo.

Che cos’è una rivista culturale

Oggi, nel nuovo millennio, con la massificazione di internet abbiamo assistito e continuiamo ad assistere alla nascita e alla chiusura di tante riviste e di tanti blog culturali: si tratta di siti web i cui contenuti sono di natura culturale, vengono aggiornati periodicamente, restano archiviati in rete in modo che vi è possibile accedere non solo direttamente ma anche indirettamente attraverso i motori di ricerca. Riviste e blog culturali sono accessibili gratuitamente, raramente contemplano la presenza di redazioni retribuite, al contrario sono il prodotto del volontariato culturale non professionalizzato.

Non mancano, naturalmente, riviste culturali pubblicate in formato cartaceo, ma sono eccezioni a causa della difficile sostenibilità. Nel Novecento il contesto è diverso. Le riviste culturali esistono esclusivamente in formato cartaceo, per lo più sono vendute, hanno un mercato, e dunque le redazioni non sono paragonabili a quegli eroici appassionati che oggi donano tempo e impegno per la causa culturale. Non ci interessa qui stabilire quale sia il periodo virtuoso delle riviste, anche perché se da un lato è giusto e bello che i contenuti abbiano un valore economico, dall’altro è giusto e bello che i contenuti siano fruibili da tutti.

Le riviste in Italia nell’Ottocento

In Italia, alla fine dell’Ottocento, nascono e hanno ampia diffusione i primi giornali moderni: oltre a fare informazione, questi giornali offrono contenuti di natura culturale.
Il pubblico medio è ovviamente limitato alle classi medio-alte della popolazione, ma inizia a conemplare anche parte del proletariato. C’è poi quel pubblico femminile che è ancora prevalentemente relegato negli interni borghesi, dedito alla cura della casa e all’intrattenimento artistico e culturale.
La narrativa trova nei giornali uno spazio privilegiato grazie ai romanzi d’appendice, quei romanzi pubblicati a puntate che da tempo in Francia godono di ampia fortuna commerciale permettendo agli scrittori di vivere di scrittura.
Iniziano a trovare diffusione anche le cosiddette riviste militanti, cioè quelle riviste legate a gruppi e che hanno finalità polemiche, politiche o culturali.
Nasce la figura dello scrittore-giornalista, e cioè quello scrittore che riesce a trarre fonti di guadagno dalla collaborazione periodica o estemporanea in giornali e riviste.

Novecento: le prime avanguardie e i movimenti letterari

Non si può parlare delle riviste culturali del Novecento senza fare cenno alle avanguardie artistiche e ai movimenti letterari che si sono sviluppati in tutta Europa.
Il termine avanguardia deriva dal francese “avant-garde” che originariamente indica, in guerra, quei reparti che agiscono in posizione avanzata rispetto a gran parte delle truppe. Riportata in campo artistico, l’avanguardia indica quel gruppo o movimento che precede gli altri per sensibilità e risultati, che è avanti rispetto alla cultura dominante. Le avanguardie artistiche si contraddistinguono per audacia e innovazione, si oppongono all’arte borghese e a quelle istituzioni che detengono il monopolio della cultura.
Le prime avanguardie sono le avanguardie che nascono a inizio Novecento: espressionismo, futurismo, dadaismo, surrealismo, ecc. Le seconde avanguardie nascono nel secondo dopoguerra e le terze avanguardie sono i movimenti italiani attivi dagli anni Cinquanta-Sessanta o nei decenni successivi.

Quali sono le riviste culturali italiane di inizio Novecento?In Italia, la principale avanguardia è il futurismo. Fondato da Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944) nel 1909, il futurismo rifiuta la tradizione e segue nuove possibilità tecniche propugnando in particolare il culto della velocità e della guerra. Il futurismo trova espressione nell’arte e nella letteratura. Aderisce al fascismo.

In letteratura va ricordato innanzitutto il movimento dei crepuscolari. I crepuscolari vivono un sentimento di insoddisfazione che non si tramuta in ribellione ma in ricerca di tranquillità, in bisogno di compianto e di confessione, rifiutano la tradizione e l’ornamento. I maggiori poeti di questo movimento sono Sergio Corazzini (1886-1907), Corrado Govoni (1884-1965) e Marino Moretti (1885-1979).

I vociani sono scrittori accomunati dall’esperienza della rivista «La Voce»: rifiutano la tradizione ottocentesca e sono dediti alla sperimentazione, al rinnovamento del linguaggio. I maggiori esponenti del movimento sono Giuseppe Antonio Borgese (1882-1952), Dino Campana (1885-1932), Piero Jahier (1884-1966), Giovanni Papini (1881-1956), Giuseppe Prezzolini (1882-1982), Clemente Rebora (1885-1957), Camillo Sbarbaro (1888-1967), Scipio Slataper (1888-1915), Ardengo Soffici (1879-1964) e Giani Stuparich (1891-1961).
Al contrario i rondisti propugnano il ritorno all’ordine e alla tradizione. Sono gli scrittori che trovavano spazio nella rivista romana «La Ronda», tra i quali vanno ricordati Riccardo Bacchelli (1891-1985), Vincenzo Cardarelli (1887-1959) e Emilio Cecchi (1884-1966).
L’ermetismo è un movimento poetico sviluppatosi a Firenze (luogo di elezione è il caffè Giubbe Rosse) che predilige le tematiche esistenziali, rifiuta la storia, ricerca un ideale di lirica pura. I massimi esponenti di questo movimento sono Salvatore Quasimodo (1901-1968) e Giuseppe Ungaretti (1888-1970).

Le principali riviste culturali del primo Novecento

Nel primo Novecento nascono numerose riviste che pur avendo in gran parte vita breve svolgono una funzione culturale fondamentale, fungono da stimolo alla produzione artistica e culturale, diffondono idee, fanno opinione. Come abbiamo visto, alcune di esse sono strettamente legate a avanguardie e movimenti letterari. Riportiamo le più famose in ordine di anno di fondazione.

«La Critica»: pubblicata a Napoli, è una rivista di letteratura, storia e filosofia fondata da Benedetto Croce (1866-1952) nel 1903 e i cui 42 volumi sono usciti fino al 1944.

«Leonardo»: la rivista viene fondata a Firenze da Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini e altri nel 1903 e chiude, dopo 27 fascicoli, nel 1907. Pone particolare attenzione alla filosofia e alla religione. Le maggiori influenze sono il pensiero del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche (1844-1900), l’estetismo dannunziano e l’idealismo.

«La Voce»: la rivista ha sede a Firenze e viene fondata da Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini nel 1908. Pubblicata fino al 1916, vi collaborano Giovanni Amendola (1882-1926), Emilio Cecchi, Benedetto Croce, Giuseppe De Robertis (1888-1963) che ne è direttore dal 1914, Luigi Einaudi (1874-1961) e Gaetano Salvemini (1873-1957). Tra i poeti e gli scrittori che vi appaiono vanno ricordati Riccardo Bacchelli, Dino Campana, Vincenzo Cardarelli, Corrado Govoni, Aldo Palazzeschi (1885-1974), Clemente Rebora e Giuseppe Ungaretti.
Quali sono le riviste culturali italiane di inizio Novecento?
«L’Unità»: settimanale di cultura e politica, viene fondato a Firenze da Gaetano Salvemini nel 1911 e chiude nel 1920.

«Lacerba»: rivista letteraria fondata a Firenze da Giovanni Papini e Ardengo Soffici nel 1913 e chiusa nel 1915 il cui programma fonda sulla libertà dell’arte e sull’esaltazione del genio e del superuomo. Vi collaborano soprattutto i futuristi. Vi scrivono Umberto Boccioni (1882-1916), Carlo Carrà (1881-1966), Corrado Govoni, Aldo Palazzeschi e Filippo Tommaso Marinetti.

«Energie Nove»: rivista politica-letteraria fondata a Torino da Piero Gobbetti (1901-1926) nel 1918 (chiusa nel 1920), influenzata dall’idealismo di Benedetto Croce e di Giovanni Gentile (1875-1944) e dal pensiero storico di Gaetano Salvemini.

Quali sono le riviste culturali italiane di inizio Novecento?«La Ronda»: rivista letteraria pubblicata a Roma dal 1919 al 1923 la cui redazione è composta da Riccardo Bacchelli, Antonio Baldini (1889-1962), Bruno Barilli (1880-1952), Vincenzo Cardarelli, Emilio Cecchi, Lorenzo Montano (1893-1958) e Aurelio Emilio Saffi. Propugna un ritorno al passato, alla tradizione e il culto dei classici. Vi scrivono Vilfredo Pareto (1848-1923) e Alberto Savinio (1891-1952).

«L’Ordine Nuovo»: rivista politica fondata a Torino nel 1919 da Antonio Gramsci (1891-1937) e altri intellettuali socialisti, il cui obiettivo è il rinnovamento sociale e proletario. Chiude nel 1925.

«La Rivoluzione liberale»: rivista di cultura politica fondata a Torino da Piero Gobetti nel 1922 e chiusa nel 1925.

«Il Baretti»: rivista letteraria fondata a Torino nel 1924 da Piero Gobetti e chiusa nel 1928. Vi collaborano Giacomo Debenedetti (1901-1967), Luigi Einaudi, Leone Ginzburg (1909-1944), Giuseppe Prezzolini e Natalino Sapegno (1901-1990).

Quali sono le riviste culturali italiane di inizio Novecento?«Solaria»: rivista letteraria fondata a Firenze nel 1926 da Alberto Carocci (1904-1972) e chiusa nel 1936. Vi collaborano Riccardo Bacchelli, Antonio Baldini, Alessandro Bonsanti (1904-1984), Giacomo Debenedetti, Carlo Emilio Gadda (1893-1973), Leone Ginzburg, Arturo Loria (1902-1957), Eugenio Montale (1896-1981), Sergio Solmi (1899-1981) e Bonaventura Tecchi (1896-1968).

«900»: rivista letteraria fondata a Roma nel 1926 da Massimo Bontempelli (1878-1960) e Curzio Malaparte (1898-1957) e chiusa nel 1929. Ospita anche contributi in lingua francese (nei primi cinque numeri reca il sottotitolo Cahiers d’Italie et d’Europe) finché il regime fascista impone l’uso della lingua italiana. Vi scrivono autori di fama internazionale come Il’ja Ėrenburg (1891-1967), Ramón Gómez de la Serna (1888-1963) e James Joyce (1882-1941).

«L’Italiano»: rivista storico-letteraria fondata a Bologna nel 1926 da Leo Longanesi (1905-1957) e chiusa nel 1942. Vi collaborano Riccardo Bacchelli, Vitaliano Brancati (1907-1954), Dino Buzzati (1906-1972), Vincenzo Cardarelli, Giovanni Comisso (1895-1969), Curzio Malaparte, Elsa Morante (1912-1985), Alberto Moravia (1907-1990), Mario Soldati (1906-1999), Mario Tobino (1910-1991) e Giuseppe Ungaretti.