Negli anni Sessanta, negli Stati Uniti, il giornalismo tradizionale è stato rivoluzionato da un nuovo modo di trattare la realtà, i fatti, un modo presto etichettato come New Journalism, quasi a sottolineare la consapevole e netta cesura con le consuetudini. Il Gonzo Journalism, praticato nello stesso periodo, è un sottogenere del New Journalism.
Qui definiamo il Gonzo Journalism e ci soffermiamo sull’autore più noto in questo genere: Hunter S. Thompson.
Gonzo Journalism: definizione e rapporto con il New Journalism
Il Gonzo Journalism è un sottogenere del New Journalism, su cui ci soffermiamo brevemente.
Il 1956 è una data importante: viene pubblicato il primo romanzo-reportage, Compulsion di Meyer Levin (1905-1981), dedicato al caso “Leopold e Loeb”, due ricchi studenti condannati all’ergastolo per l’assassinio di un quattordicenne, atto da loro motivato come tentativo di delitto perfetto. Il romanzo-reportage è un romanzo in cui fatti reali di cronaca sono trattati con le tecniche della fiction.
Siamo dunque al cospetto di un nuovo approccio ai fatti, un approccio che si impone, in modo simile, nel giornalismo. Il New Journalism viene praticato dagli anni Sessanta nonostante l’espressione si diffonda solo dal 1972, usata per la prima volta in un articolo dal giornalista e scrittore americano Tom Wolfe (1930-2018). Wolfe attribuisce al genere le seguenti caratteristiche: narrazione degli eventi in successione, rappresentazione e caratterizzazione dei personaggi attraverso dettagli, dialoghi e punto di vista interiore.
Il Gonzo Journalism, la cui paternità è attribuita a Hunter S. Thompson, nasce anch’esso negli anni Sessanta. Si caratterizza, rispetto al New Journalism cui pure è strettamente legato, per una maggiore distanza dai fatti, per l’umorismo, per gli eccessi. Thompson rifiuta il “mito dell’oggettività”, personalizza lo stile in maniera accentuata e impone il suo punto di vista laterale, soggettivo, dà ampio spazio a umori e sensazioni.
Quando e da chi è stata coniata la parola “Gonzo”
La parola “Gonzo” viene usata per la prima volta in relazione a Thompson nel 1970. A coniarla è stato Bill Cardoso (1937-2006), all’epoca editor del magazine «The Boston Globe», che definisce “puro Gonzo Journalism” un articolo di Thompson pubblicato nel numero di giugno dello «Scanlan’s Monthly». La parola, secondo Cardoso, viene usata nello slang della comunità irlandese di Sud Boston, un quartiere di Boston, per identificare l’ultima persona in piedi dopo una maratona notturna di bevute.
Tuttavia, nel libro Gonzo: The Life of Hunter S. Thompson, An Oral Biography (2007) di Jann S. Wenner (1946), co-fondatore e editore del magazine «The Rolling Stones», e di Corey Seymour, viene riportata una origine diversa della parola: essa deriverebbe dal titolo di una canzone del 1960, Gonzo appunto, del pianista rhythm and blues James Booker (1939-1983), seppure non si spieghi il motivo dell’utilizzo.
Qual è il simbolo del Gonzo Journalism
Il Gonzo Journalism ha anche un simbolo: il “Gonzo fist”.
Usato per la prima volta nella campagna di Thompson del 1970 per diventare sceriffo di Pitkin County in Colorado, esso rappresenta quattro dita e due pollici che reggono il peyote. Thompson propone la depenalizzazione delle droghe a uso personale.
Chi è Hunter S. Thompson
Hunter Stockton Thompson (1937-2005) ha iniziato la sua carriera come giornalista sportivo. Dagli anni Sessanta ha scritto per il «The Rolling Stones» e il suo modo di fare giornalismo è stato definito “Gonzo Journalism”.
Nel 1967 pubblica Hell’s Angels, un romanzo-reportage sulle gang di motociclisti. Per l’occasione si è introdotto in una gang.
Nel 1971 pubblica il romanzo semi-autobiografico, prima sul «The Rolling Stones» e poi in volume, Paura e disgusto a Las Vegas. Qui racconta, in modo grottesco, il viaggio a Las Vegas che ha intrapreso insieme al suo avvocato Oscar Zeta Acosta per assistere a una corsa motociclistica nel deserto, la Mint 400, e per presenziare ai lavori della conferenza antidroga dell’Associazione dei procuratori distrettuali. I due protagonisti, che Thompson chiama Raoul Duke e Dr. Gonzo, sono muniti di ogni tipo di droghe. Nel 1998 è uscito un film tratto dal libro: Paura e delirio a Las Vegas di Terry Gilliam (1940), in cui Thompson/Duke è interpretato da Johnny Depp (1963) e Acosta/Mr. Gonzo da Benicio del Toro (1967).
Nel 1972, sempre sul «The Rolling Stones» e poi su libro, esce Fear and Loathing: On the Campaign Trail 72, antologia di articoli scritti durante la campagna elettorale del Presidente Richard Nixon (1913-1994) e del suo avversario George McGovern (1922-2012).
Solo nel 1998 è uscito un romanzo che Thompson ha scritto negli anni Sessanta, Cronache del Rum, il cui protagonista è un giornalista alcolizzato. Anche da questo libro è stato tratto un film: The Rum Diary – Cronache di una passione di Bruce Robinson (1941), interpretato ancora da Depp.
Dopo il periodo di successi concentrato negli anni Sessanta/Settanta, Thompson ha continuato a scrivere per il «The Rolling Stones».