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Il galateo all’estero: qualche regola per gli affari e su come stare a tavola

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agenzia traduzioniIl galateo all’estero: come ci si comporta in società e a tavola?

Qualche regola per gli affari e su come stare a tavola

Ogni luogo, non solo estero ma persino nello Stato di appartenenza, ha i propri usi e costumi. Ogni luogo ha i propri codici di comportamento. A prescindere dalla discutibilità di certe regole o usi, c’è almeno un ambito per il quale è consigliabile rispettarle: il campo del lavoro. Prima del lavoro ci sono gli incontri di lavoro, i colloqui, le presentazioni, e dunque c’è il confronto diretto con chi deve valutare le persone, con chi deve accettare un affare. Le regole qui trattate non a caso riguardano il lavoro e la tavola: sono due campi che si incrociano, questo perché gli affari, spesso, si concludono mentre si mangia o beve, in un locale più o meno trendy, informale ma non troppo. Ciò che concerne il buon modo di comportarsi rientra nel galateo inteso non tanto come libro quanto come concetto, come bon ton.

Che cos’è il galateo

Il galateo è un libro che raccoglie le regole di buon comportamento, cioè quelle regole che è bene rispettare per risultare ineccepibili in termini di abbigliamento, comportamento a tavola e in altre particolari circostanze, educazione, portamento, ecc. Chi si attiene al galateo crede nella “forma”, nella necessità di fare le cose in un certo modo paradossalmente per passare inosservati, questo perché a farsi notare non è chi sa come ci si comporta in determinati contesti, ma chi non lo sa, chi volontariamente o meno assume comportamenti scorretti, maleducati, informali.

Il primo galateo, il libro che ha iniziato una tradizione in cui si sono dettate regole che poi sono diventate sempre meno stringenti e sempre meno diffuse ma non sono mai del tutto decadute – ci sono stati tempi in cui attenersi al galateo era obbligatorio o quasi, in cui insegnarlo era necessario o quasi, tempi difficili da immaginare e accettare agenzia traduzioniper i contemporanei –, è stato Galateo overo de’ costumi (1558) di Giovanni della Casa (1503-1556). Si tratta di un trattato in volgare e in forma di dialogo platonico in cui si danno norme di comportamento in base alle esperienze dell’autore nel campo della diplomazia e nella vita cortigiana. La fortuna dell’opera fu tale che poco dopo altri si cimentarono in questo “nuovo genere”: Alessandro Piccolomini (1508-1578) con Della institutione morale libri XII (1560), Alvise Cornaro (1484-1566) con Trattato de la Vita Sobria (1558-1565; 1591), Stefano Guazzo (1530-1593) con L’arte della civil conversazione (1579).

Il galateo nel campo degli affari

Qui ci riferiamo non al galateo come libro, ma in senso lato come “insieme di norme che è consigliabile rispettare nel rispetto della forma”. Qui ci interessa il bon ton: le buone maniere, l’eleganza, l’educazione che possono cambiare a seconda degli ambienti. Fare business all’estero esige che si conoscano gli usi, i modi di comportarsi degli Stati in cui ci si trova, perché nel business la forma conta molto, la forma sussiste anche dietro un’apparenza informale.

Ci soffermiamo su alcuni popoli per avere quantomeno un’idea sulle differenze:
I francesi preferiscono l’uso della propria lingua, danno peso ai titoli onorifici.
I tedeschi credono sì nelle gerarchie, ma offrono la stretta di mano anche ai bambini.
Gli inglesi sono per la stretta di mano leggera, per la distanza, per la discrezione anche nel ricambiare gli sguardi, separano lavoro e vita privata.
I russi usano vestirsi in scuro perché lo ritengono più appropriato per un campo serio come questo.
Gli indiani salutano con “namasté”, cioè inchinandosi a mani unite davanti al petto, prima di parlare di lavoro preferiscono trattare altri argomenti.
i cinesi si inchinano, salutano le persone rispettando un ordine gerarchico, stringono la mano ma leggermente, i biglietti da visita li prendono con entrambe le mani e non li posano senza aver rivolto a essi uno sguardo, mostrano rispetto per l’anzianità, non contraddicono il proprio capo in pubblico.
Anche i giapponesi ricorrono all’inchino, usano dire “sì” per comunicare che stanno ascoltando con attenzione.
Gli arabi stringono la mano per qualche istante, salutano seguendo un ordine gerarchico, la mano sinistra è impura e allora compiono le azioni con la destra, non fissano a lungo le donne.
Gli americani sono informali: preferiscono chiamarsi per nome e si guardano senza temere di essere invadenti.
Anche i brasiliani sono informali: si scambiano lunghe strette di mano, sguardi e confidenze, il contatto fisico li mette a proprio agio.

Il galateo a tavola

Gli affari, lo ripetiamo, spesso si concludono a tavola, e allora è utile dire qualcosa anche su come comportarsi all’estero mentre si mangia o si beve.

Gli spagnoli non fanno il bis.
Tra gli inglesi è uno a prendere da bere e in generale a pagare per tutti.
I russi non fanno cenno ai bisogni corporali, tengono la forchetta con la mano sinistra e il coltello con la destra.
I cinesi lasciano qualcosa nel piatto.
Gli arabi per motivi religiosi non bevono vini e liquori.
Gli americani, sempre informali, di affari parlano a colazione, pranzo o cena, rilasciano sempre la mancia.