Le lingue prevedono diversi alfabeti ovvero i diversi modi di rappresentare le lingue
Una lingua, lo abbiamo visto, è un sistema di segni che una comunità usa per comunicare tramite scrittura oppure oralmente. Un’organizzazione cristiana americana, la SIL International (Summer Institute of Linguistics: Istituto estivo di linguistica), in Ethnologue: Languages of the World, ha catalogato, nel 2015, l’impressionante numero di 7472 lingue. Intendiamo occuparci, qui, degli alfabeti delle lingue scritte per offrire un’idea dei modi diversi in cui una lingua può essere rappresentata.
Che cos’è un alfabeto
Stando all’ottimo vocabolario on line Treccani, si definisce «alfabeto» un sistema organico di segni, sistema in cui ogni segno corrisponde a un suono consonantico o vocalico. Questi segni grafici sono definiti «lettere», e le lettere, nell’elenco alfabetico, si susseguono secondo un particolare ordine fisso.
La parola «alfabeto» è generata, come è noto, dall’unione di alpha e beta (α e β), che sono le prime due lettere dell’alfabeto greco. Il vocabolario Treccani distingue dall’alfabeto la scrittura ideografica o sillabica.
Ideografia: cosa s’intende per scrittura ideografica
Se l’alfabeto tiene conto dei fonemi, ossia dei suoni del linguaggio (distinti in vocali e consonanti), l’ideografia si caratterizza per la modalità diversa di rappresentazione dei segni. Scritture ideografiche sono le antiche scritture sumere e egiziane, ma scritture ideografiche esistono ancora oggi. La scrittura ideografica consiste nell’uso di simboli per rappresentare le idee, cioè ciò che immaginiamo. Questi simboli sono, appunto, gli ideogrammi. La scrittura cinese ancora oggi, dopo alcune riforme finalizzate alla sua semplificazione, è una scrittura ideografica. Apparsa nel XVII-XIV secolo a.C., ogni carattere della scrittura cinese è una sillaba. Una percentuale minima dei caratteri è costituita da pittogrammi, e cioè segni grafici che rappresentano l’oggetto come lo vediamo. Varianti della scrittura cinese sono usati nella scrittura giapponese.
Un sistema di scrittura complesso: la scrittura giapponese
Un caso particolare per complessità è quello della scrittura giapponese. Questa scrittura, infatti, usa tre tipi di caratteri: i logogrammi (ossia la rappresentazione grafica di un morfema o di una parola; derivano dalla scrittura cinese), due sillabari (l’hiragana e il katakana, due alfabeti sillabici in cui ogni carattere corrisponde a una sillaba; l’hiragana è composto da forme corsive e tratti arrotondati, il katakana da forme rigide e angolose), l’alfabeto latino (utilizzato per casi eccezionali: segnali stradali, insegne, ecc.).
La scrittura giapponese è molto vicina a quella cinese per l’ampio uso dei logogrammi (che possiamo chiamare sinogrammi, ossia caratteri cinesi); se ne distanzia in quanto non ha toni, essa è atona.
L’alfabeto latino: l’alfabeto più diffuso
L’alfabeto latino è l’alfabeto più diffuso al mondo in quanto utilizzato nella maggior parte dei sistemi di scrittura. Esso è composto da grafi che corrispondono ai suoni, suddivisi in consonanti e vocali. Gli antichi romani usavano 23 grafi; col tempo a essi si sono aggiunti la «W» anglosassone e la «U» e la «J» che apparvero nei testi durante il Rinascimento. L’alfabeto latino è nato nell’VIII secolo a.C. e deriva da quello greco. In principio era costituito da lettere maiuscole, nel Medioevo iniziarono a essere usate le lettere minuscole. L’alfabeto latino è usato nella nostra lingua, in gran parte delle lingue romanze, nell’inglese, nel turco e in tante altre.
L’alfabeto greco
Nato intorno al IX secolo a.C., l’alfabeto greco deriva da quello fenicio, in cui a ogni lettera corrispondeva un suono, cui aggiunse lettere corrispondenti a vocali. L’alfabeto greco consiste in 24 lettere: 17 consonanti e 7 vocali.
L’alfabeto cirillico
Per le lingue slave, ossia il russo e altre lingue dell’ex Unione Sovietica, il bulgaro, le lingue della ex Jugoslavia, si usa l’alfabeto cirillico. L’alfabeto cirillico deriva dall’alfabeto glagolitico, un alfabeto creato da un missionario, Cirillo, e dal fratello Metodio per tradurre i testi sacri, e consistente in 40 caratteri. Il cirillico fu preferito al glagolitico perché più semplice e più vicino all’alfabeto greco. Con Pietro I il Grande (1682-1725), le lettere furono rese più simili a quelle dell’alfabeto latino, per cui oggi i caratteri del cirillico sono per lo più come quelli latini.
L’alfabeto arabo e la sua diffusione religiosa
Un caso particolare è quello dell’alfabeto arabo. Questo alfabeto, infatti, essendo stato utilizzato nella scrittura del Corano (il testo sacro della religione islamica), si è diffuso seguendo la diffusione della stessa religione islamica.
L’alfabeto arabo si scrive da destra verso sinistra. Esso è costituito da 28 lettere cui aggiungere la ḥamza, una lettera a sé che rappresenta sia il colpo di glottide sia la vocale lunga [a:]. Si tratta di un alfabeto consonantico: solo le vocali lunghe hanno segni grafici.