Editoria e poesia: famose collane e case editrici italiane di poesia del Novecento

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Editoria e poesia: famose collane e case editrici italiane di poesia del Novecento

Si dice che oggi la poesia venda poco, e forse è vero. Intorno alla poesia, in Italia, sono anni di confusione. Confusione critica: se ne scrive poco e si riesce con difficoltà a distinguere i poeti da canonizzare, cioè quelli che resisteranno al tempo e che in futuro saranno studiati, dai tantissimi altri poeti. Nonostante la poesia venda poco, se ne pubblica molta, un problema tipico dell’editoria italiana che vive un periodo di sovrapproduzione di libri di ogni genere.

Nel Novecento il contesto era diverso: la poesia riceveva maggiore attenzione critica, i poeti godevano di maggiore prestigio. Non è un caso se dei cinque scrittori che hanno ricevuto il premio Nobel per la letteratura nel secolo scorso, tre erano poeti:

Giosuè Carducci (1835-1907), premiato nel 1906;
Salvatore Quasimodo (1901-1968), premiato nel 1959;
Eugenio Montale (1896-1981), premiato nel 1975.

Qui ci proponiamo di ricordare alcune famose collane e case editrici di poesia: è un modo per tornare a tempi in cui la poesia godeva forse di un maggiore rispetto, in cui se ne pubblicava di meno ma in modo più selettivo, più attento. Affrontiamo dunque una storia editoriale della poesia assai parziale ma che può essere d’esempio, oggi, a chi tratta questa forma d’arte con troppa superficialità e con una cura discutibile.

Piero Gobetti Editore (1923-1925)

Piero Gobetti (1901-1926), torinese, pur essendo morto giovanissimo per le violenze fasciste, ha avuto tempo di imporsi come uno dei più grandi intellettuali italiani del Novecento. È stato giornalista, filosofo, traduttore e anche editore.

Nell’aprile del 1923 fonda a Torino la Piero Gobetti Editore. La casa editrice pubblica ben 84 titoli in appena due anni di esistenza. Molti titoli sono di saggistica, Gobetti è il primo a pubblicare in Italia il filosofo ed economista John Stuart Mill (1806-1873). Una curiosità è che questi libri recassero un motto in greco antico la cui traduzione era “Cosa ho a che fare io con gli schiavi?”.

Gobetti è antifascista, i libri da lui pubblicati risentono del suo pensiero e, per la logica conseguenza di un periodo storico nefasto, molti vengono bruciati o distrutti dal regime.

Il 1925 è una data storica per la poesia italiana. Gobetti pubblica la prima raccolta poetica di Montale, Ossi di seppia. Non ci soffermiamo sull’importanza eccezionale che quest’opera ha avuto per la letteratura italiana. Di questo libro non ci sono le carte originali dell’autore. Si tratta di un volume molto breve, a causa della severa selezione operata dall’autore: contiene appena 23 liriche.

All’insegna del pesce d’oro (1936) e Libri Scheiwiller (1977)

All’insegna del pesce d’oro è una casa editrice milanese fondata nel 1936 da Giovanni Scheiwiller (1889-1965). Scheiwiller è stato critico d’arte e libraio, ha lavorato per anni nella Libreria Hoepli, anche come direttore.

Il primo libro pubblicato dalla casa editrice è di poesia: si tratta di un volumetto di 18 componimenti di Leonardo Sinisgalli (1908-1981). Sinisgalli è stato un letterato versatile: laureato in Ingegneria Elettronica e Industriale, si è distinto in narrativa, saggistica, critica d’arte, documentari, radio e disegno.

La produzione della casa editrice è inizialmente a tiratura limitata: si tratta di preziosi libri d’arte, i generi pubblicati sono la poesia, ma anche la narrativa e la saggistica.

Giovanni Scheiwiller nel 1951 fa pubblicare l’antologia Poetesse del Novecento, dopodiché cede la casa editrice al figlio Vanni Scheiwiller (1934-1999).

Tra i tremila titoli pubblicati fino al 1999, ci sono testi di poeti del calibro di Montale, Ezra Pound (1885-1972), Clemente Rebora (1885-1957) e Camillo Sbarbaro (1888-1967).

Giovanni, mentre prosegue le attività con la casa editrice paterna, nel 1977 fonda un’altra casa editrice: Libri Scheiwiller. Le due case editrici portano avanti idee e progetti simili: titoli scelti accuratamente che vanno dalla poesia, alla prosa, all’arte e alla saggistica in generale, grande cura artigianale dei libri. Una novità di Libri Scheiwiller è l’importanza data al rapporto tra testo e immagini, il legame tra pittura e letteratura.

Una collana da ricordare di Libri Scheiwiller è Il sigillo: vi rientrano testi di poeti cinesi, si pone così attenzione a una letteratura allora poco conosciuta.

Il marchio nel 2006 viene acquisito dalla casa editrice 24 ORE Motta Cultura.

Guanda: la collana Fenice (1939)

Ugo Guanda, casa editrice,viene fondata a Modena nel 1932 dall’intellettuale Ugo Guandalini (1905-1971) con la collaborazione dello scrittore Antonio Delfini (1907-1973). Guandalini dal 1936 si stabilisce a Parma. Le prime pubblicazioni sono di saggistica letteraria e religiosa. La casa editrice, a causa del suo programma culturale, ha problemi con il regime fascista.

Tra gli anni Trenta e i Quaranta il catalogo si arricchisce di nuove collane: la Collana di studi politici (Vilfredo Pareto, Georges Sorel, e altri); Il Castello, dedicata a narratori del passato.

Il 1939 è l’anno di quella che è la collana più famosa e duratura della casa editrice: Fenice. Diretta dal poeta Attilio Bertolucci (1911-2000), essa inizialmente ospita opere di poesia straniera: qui viene pubblicato per la prima volta Federico García Lorca (1898-1936), vengono proposti poi autori del calibro di Wystan Hugh Auden (1907-1973), Aleksandr Blok (1880-1921), John Donne (1572-1631), Thomas Stearns Eliot (1888-1965), Pablo Neruda (1904-1973), Rabindranath Tagore (1861-1941), e Dylan Thomas (1914-1953).

Proprio per questa collana il pittore Carlo Mattioli (1911-1944) crea il famoso logo che avrebbe poi caratterizzato la casa editrice: la fenice, per la quale trae ispirazione da un mosaico della tomba di David Herbert Lawrence (1885-1930).

Nel 2017 Luigi Brioschi (1941), che dal 1988 è direttore editoriale e dal 1999 presidente di Guanda, apre la collana Tascabili Poesia. Questa collana, come da nome, è in formato tascabile. Vengono ripresi titoli storici della stessa casa editrice e opere inedite. La prima pubblicazione è proprio un inedito del poeta siriano contemporaneo Adonis (1930): La foresta dell’amore in noi. Seguono opere di Thomas Bernhard (1931-1989), Yves Bonnefoy (1923-2016), Charles Bukowski (1920-1994), Séamus Heaney (1939-2013), Pier Paolo Pasolini (1922-1975), Jacques Prévert (1900-1977), e altri.

Mondadori: la collana Lo Specchio (1940)

Arnoldo Mondadori, la casa editrice milanese, viene fondata nel 1907 da Arnoldo Mondadori (1889-1971). Le prime pubblicazioni sono libri formativi per ragazzi. Una data da ricordare perché impone la Mondadori nel panorama nazionale è il 1926: inizia la pubblicazione dell’intera opera di Gabriele D’Annunzio (1863-1938).

È proprio Arnoldo Mondadori a creare la collana Lo Specchio nel 1940. Si tratta di una collana di ambizioni letterarie, elemento da rimarcare data l’impronta commerciale che ha sempre avuto la casa editrice. Vengono pubblicati alcuni degli autori più importanti dell’epoca: Sibilla Aleramo (1876-1960), Antonio Baldini (1889-1962), Carlo Bernari (1909-1992), Massimo Bontempelli (1878-1960), Dino Buzzati (1906-1972), Alba de Céspedes (1911-1997), Giovanni Comisso (1895-1969), Curzio Malaparte (1898-1957), Gianna Manzini (1896-1974), Alberto Moravia (1907-1990), Alberto Savinio (1891-1952), e altri.

Solo nel 1942 la collana inizia a ospitare la poesia riportando la dicitura I Poeti allo specchio. I primi autori proposti sono i seguenti: Vincenzo Cardarelli (1887-1959), Quasimodo, Sinisgalli e Giuseppe Ungaretti (1888-1970).

Negli anni Quaranta le pubblicazioni della collana sono ripartite tra I narratori dello Specchio e I poeti dello Specchio. Negli stessi anni la narrativa progressivamente lascia la collana che viene così da allora identificata con la poesia. Vengono pubblicati i maggiori poeti italiani e stranieri. Tra gli italiani: Franco Fortini (1917-1994), Giovanni Giudici (1924-2011), Montale, Antonia Pozzi (1912-1938), Giovanni Raboni (1932-2004), Umberto Saba (1883-1957), Sbarbaro, Andrea Zanzotto (1921-2011). Tra gli stranieri: Auden, William Blake (1757-1827), Iosif Brodskij (1940-1996), Emily Dickinson (1830-1886), Evgenij Evtušenko (1932-2017). E ancora Allen Ginsberg (1926-1997), Nazim Hikmet (1902-1963), Ted Hughes (1930-1998), Konstantinos Kavafis (1863-1933), Sylvia Plath (1932-1963), Pound, William Shakespeare (1564-1616).

Ricordiamo, tra le pubblicazioni recenti, Tutte le poesie 1969-2015 (2017) di Milo De Angelis (1951) che è uno dei maggiori poeti italiani contemporanei. E inoltre due opere di un giovane poeta, Alberto Pellegatta (1978): L’ombra della salute (2011) e Ipotesi di felicità (2017).

Einaudi: la “collana bianca”

Giulio Einaudi, la casa editrice torinese, viene fondata nel 1933 dall’allora ventenne Giulio Einaudi (1912-1999). Si caratterizza subito per una forte impronta intellettuale. Nel corso degli anni, infatti, la redazione può pregiarsi di personalità come Norberto Bobbio (1909-2004), Italo Calvino (1923-1985), Cesare Pavese (1908-1950), Elio Vittorini (1908-1966), solo per fare alcuni nomi.

Nel 1964 nasce la collana Collezione di poesia, più nota come collana bianca” per la particolare veste grafica creata da Bruno Munari (1907-1998) e Max Huber (1919-1992).

La collana ospita nel corso degli anni autori classici e contemporanei, italiani e stranieri (con testo a fronte e spesso in traduzioni d’autore), ma anche autori in dialetto. Nel primo anno escono sette titoli, gli autori sono Fëdor Tjutčev (1803-1873), Samuel Beckett (1906-1989), Bertolt Brecht (1898-1956), Ippolito Nievo (1831-1861), Samuel Taylor Coleridge (1772-1834), Carlo Villa (1931) e Euripide (485 a.C.-407 o 406 a.C.).

Tra le pubblicazioni in dialetto ricordiamo Raffaello Baldini (1924-2005; in romagnolo), Franca Grisoni (1945; in bresciano), Franco Loi (1930; in milanese), Pasolini (in friulano) e Delio Tessa (1886-1939; in milanese)

Ad oggi sono usciti 461 titoli, gli ultimi due, datati 2019, sono L’occhio del monaco di Cees Nooteboom (1933) e Dalla cripta di Michele Mari (1955).