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Che cos’è l’interlingua e come si fa una traduzione interlingua

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Diamo per scontato che la traduzione sia un processo diretto, tra due lingue, in cui un testo in una lingua L1 deve passare, e cioè essere tradotto, in una lingua L2, restando immutato nei contenuti. E invece la traduzione può avvenire anche per mezzo di una terza lingua, una lingua intermedia, ed è qui che si attua ciò che definiamo traduzione interlingua.

Cosa si intende per interlingua

La parola «interlingua» in origine ha un significato estraneo al processo di traduzione. Composto di due parti, «inter-» che sta per “internazionale” e «lingua», questo lemma si riferisce originariamente a una lingua artificiale usata dal matematico Giuseppe Peano per permettere alle sue opere di avere più larga diffusione. Si trattava di una sorta di latino con morfologia semplificata. Ebbe scarso successo. Peano è definito anche glottoteta, ossia inventore di lingue artificiali.

L’altro significato del lemma è correlato a una branca della linguistica, l’interlinguistica, dedicata allo studio della comunicazione tra gruppi che non possono comunicare tra loro ricorrendo alle lingue materne. Il caso più famoso di lingua oggetto di studi da parte dell’interlinguistica è quello dell’esperanto, una lingua artificiale che fonde varie lingue per approdare a una lingua semplificata comune a tutti. Per interlingua, dunque, si intende qui una lingua artificiale generata in virtù degli studi di interlinguistica.

Tutto questo, seppur non è direttamente inerente al processo di traduzione interlingua, ci avvicina al senso di essa, a come essa avviene.

Che cosa si intende per glottodidattica

Intendiamo per glottodidattica o “didattica delle lingue” quella branca di studi linguistici interessata a metodi e tecniche da usare per insegnare le lingue. Si tratta non semplicemente di studiare le lingue, ma di intervenire praticamente per favorire l’apprendimento delle lingue.

La glottodidattica, per ovvie ragioni di natura teorica e pratica, studia l’interlingua.

La teoria dell’interlingua di Selinker

Il linguista Larry Selinker teorizzò l’interlingua nel 1972 partendo dal presupposto che nella comunicazione tra due parlanti di lingue diverse lo stesso messaggio veniva espresso non semplicemente in lingue diverse, ma anche ricorrendo a riferimenti culturali – mondi – differenti.

L’interlingua è una lingua, cioè un sistema linguistico con proprie regole, con una propria grammatica. Selinker fa riferimento a una grammatica mentale che estrapola le regole necessarie da una lingua L1, da una lingua L2 e anche da una grammatica universale (il presupposto, qui, è che tutte le lingue partono da meccanismi mentali comuni).

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Che cosa si intende per interlinguistica

L’interlinguistica è un’ulteriore branca della linguistica che si concentra sui contatti tra sistemi linguistici differenti.

A causa del significato di interlingua dovuto a Peano di cui abbiamo detto sopra, c’è chi considera l’interlinguistica come materia dedicata alla creazione o al perfezionamento delle lingue artificiali (o interlingue, appunto).

Il passaggio decisivo agli attuali studi di interlinguistica è apportato dal linguista austriaco Mario Wandruszka a inizio anni Settanta. Questi è giunto a una disciplina di linguistica comparata, dedicata al contatto tra lingue e alle lingue miste, ma anche – ed è quanto ci interessa di più in questa sede – al mondo delle traduzioni e al confronto tra traduzioni.

Negli stessi anni, si è giunta a una ulteriore accezione di interlingua: con essa si è iniziata a intendere la varietà di lingue di competenza di un soggetto che sta apprendendo una lingua L2.

L’interlinguistica nel corso degli anni si è occupata di svariati fenomeni, come quello dei prestiti linguistici, della morte delle lingue sotto la pressione di altre lingue, del fenomeno di pidginizzazione, dell’alternanza di codici dei parlanti plurilingui, e altro.

Come si effettua una traduzione interlingua

C’è un particolare modello di traduzione che ricorre all’interlingua. Esso permette la traduzione da una lingua L1 a una lingua L2 passando per una lingua intermedia, l’interlingua, che contiene in sé i marcatori che informano sul contenuto del messaggio di L1. In tal modo si giunge a L2 basandosi sul significato del messaggio di L1, al di là del contesto lessicale e grammaticale della lingua L1. Tale tipologia di traduzione, tuttavia, soffre l’estrema difficoltà di creare un’interlingua universale, cioè utilizzabile per tutte le traduzioni.

Possiamo intendere per traduzione interlingua anche un altro tipo di traduzione, una modalità di traduzione estranea alle tipologie affrontate sopra. Si può considerare traduzione interlingua, infatti, anche una traduzione da una lingua L1 a una lingua L2 effettuata da un soggetto la cui lingua madre è una terza lingua (L3). Seppur questa terza lingua non funge da lingua intermedia, può rivestire comunque una propria utilità consentendo al traduttore una certa distanza linguistica dalle lingue L1 e L2 e i loro rispettivi mondi.