Intellettuale del Novecento, imprescindibile, le cui riflessioni e la sua arte continuano a incidere nel XXI secolo. Rigore ed eclettismo: la sua visione del mondo – focalizzata sulla “questione Italia” – trova respiro in molteplici ambiti: nella letteratura, nel cinema e nel teatro, nella pittura, nel giornalismo. Un dato, quello della poliedricità, accostabile di riflesso a una significativa geografia pasoliniana: di lui si riconoscono specificità connesse ai luoghi di origine (Bologna, dove nacque e completò gli studi; il Friuli degli affetti più profondi), e agli ambiti di sviluppo del suo pensiero: Roma e le borgate romane, Cinecittà, e poi la provincia italiana sondata attraverso reportages e incursioni di stampo antropologico.
Voce che decanta, respira e incorre in multiple appropriazioni. Stucchevole chiedersi se fosse di destra o di sinistra, calibrare lo sguardo microscopico per vagliare il suo essere cattolico, comunista o populista, per confermare o meno le sue considerazioni profetiche. L’impossibilità di impacchettare un’opinione, un punto di vista, smaschera gli opposti schieramenti: Pier Paolo Pasolini proietta nel tempo un sentire arcaico, valore che concerne l’anima e che oltre le epoche storiche e le ideologie è destinato a subire affronti, tentativi di svalutazione e annientamento. Permane un senso di assoluto, e nel centenario della nascita sono molte le opere che sottolineano l’eccezionalità dell’uomo, che ne seguono il profilo attraverso gradazioni e densità differenti; Pier Paolo Pasolini è un’occasione – lo è a prescindere dalle celebrazioni – per affacciarsi su un’epoca cruciale della nostra storia e valutarne le linee che intersecano il presente.
Caro Pier Paolo di Dacia Maraini.
Per Neri Pozza esce a marzo 2022 un atteso collage della memoria realizzato da Dacia Maraini. La grande scrittrice ha respirato ed è stata parte di un contesto storico che ha visto Pier Paolo Pasolini protagonista, termine di confronto e bersaglio di un conformismo implacabile. E nel dialogo intessuto, vivo e senza tempo, Dacia Maraini dona al lettore la pienezza di un’amicizia autentica. Corrispondenza intellettuale, ma anche esperienze “sul campo”, progetti, passioni condivise e viaggi alla scoperta del mondo.
Quindici riprese. Cinquant’anni di studi su Pasolini di Walter Siti.
Nelle librerie ad aprile 2022 lo scrittore, saggista e critico letterario Walter Siti con “Quindici riprese. Cinquant’anni di studi su Pasolinì” (Rizzoli). Già curatore dei “Meridiani” dedicati a Pier Paolo Pasolini, Siti propone una raccolta che scorre su un doppio binario: l’urgenza della memoria, elaborata anche a favore delle nuove generazioni, e il confronto appassionato con un intellettuale impavido, che mette alla prova e dal quale è problematico affrancarsi. Un lavoro rigoroso quello di Siti, per ribadire una linea di confine tra l’odierno panorama letterario e la pienezza dello stile, della forza espressiva pasoliniana.
Moravia e Pasolini. Due volti dello scandalo di Renzo Paris.
Renzo Paris ha conosciuto bene sia Pasolini che Moravia, ne ha seguito il percorso umano e intellettuale, da “lucenti eremiti”. Nel panorama culturale romano i due scrittori immortalavano un’epoca, quella che dagli anni cinquanta fino alla tragica morte di Pasolini generava i prodromi della grande candeggiatura globale. Il loro era quasi sempre un confronto acceso, da fratelli ribelli, che si disputava vis à vis e nell’arena del confronto pubblico. Molti i temi in campo, allestiti nel volume edito da Einaudi e sviluppati dai due protagonisti in un dialogo proficuo e avvincente: il Terzo Mondo, il Sessantotto, il femminismo, l’aborto, il divorzio, il neo-capitalismo, il calcio.
P.P.P. Poesie per Pasolini a cura di Roberto Galaverni.
Prevista per l’8 marzo l’uscita dell’antologia curata dal critico e giornalista Roberto Galaverni, che raccoglie contributi poetici da Eugenio Montale, Attilio Bertolucci, Andrea Zanzotto, Elio Pecora, Dario Bellezza, Amelia Rosselli, Maria Luisa Spaziani, Elsa Morante e Alda Merini fino ai più recenti Valerio Magrelli e Franco Buffoni. Si tratta di una progressione lirica che, naturalmente, possiede un minimo comune denominatore, e che al contempo declina l’irrinunciabile tensione tra “parole e cose, tra forma e vita, tra discorso e azione, tra il poeta (o il Poeta) e la poesia (o la Poesia).” Provengono da sensibilità e attitudini cangianti gli omaggi alla figura di Pier Paolo Pasolini: accostamenti in forma poetica, a volte celebrativi, a volte derisori, che in molti casi colgono l’essenza della folgore pasoliniana, l’attitudine “a impiegare la letteratura non come uno scudo ma come una spada.”
Pasolini. Morire per le idee di Roberto Carnero.
Per non incorrere in semplificazioni occorre tracciare un percorso guidato dell’opera pasoliniana; o meglio individuare un senso unitario, che dia conto della coerenza e di una intrepida evoluzione. Poesia, narrativa, teatro, cinema, giornalismo e critica letteraria: fili in trama e ordito che producono significatività, l’opera totale di un grande interprete della cultura del 900. Dentro l’edizione aggiornata e ampliata del volume edito da Bompiani i fotogrammi di una serie compiuta e potentissima, le ragioni di una vita spesa per la poesia e per la poesia della vita.
Le lettere di Pier Paolo Pasolini a cura di Antonella Giordano e Nico Naldini.
Antonella Giordano e Nico Naldini – i curatori del volume uscito per Garzanti – hanno scandagliato per anni archivi, biblioteche e istituti culturali, si sono rivolti agli eredi dello scrittore e ai destinatari delle corrispondenze. Ne è scaturita un’opera che integra di circa trecento lettere l’entità documentale finora assemblata, tessuto di esperienze e condivisioni che può a buon titolo assimilarsi a un’autobiografia. Tra i beneficiari dello scambio epistolare – riferendosi in particolare agli inediti – figure straordinarie della cultura italiana come Paolo Volponi, Elsa Morante, Gianfranco Contini, Giuseppe Ungaretti, Attilio Bertolucci, Giorgio Bassani, Vanni Scheiwiller. Introduce i testi un’aggiornata cronologia della vita e delle opere di Pier Paolo Pasolini.
La Roma di Pasolini. Dizionario urbano di Dario Pontuale.
Dalla “A” di Accattone, film d’esordio girato nel quartiere Pigneto, alla “V” di Valle Giulia, sede universitaria che nel ‘68 fu teatro di scontri durissimi tra studenti e forze dell’ordine, il libro di Dario Pontuale raccoglie per lemmi le tappe di un fulgido e tragico itinerario romano. I set, le opere, i volti e le storie di vita sotto forma di strade, bar, borgate e marginalità. Pasolini ingloba Roma, “stupenda e misera città”, e ne assimila la circolazione carsica, il magma degli incontri. Si evidenzia lo smarrimento dell’approdo (Pasolini incontra Roma il 28 gennaio 1950, sulla banchina della stazione Termini) e il progressivo innesto nel corpo della metropoli, lavorio di accettazione e di inurbamento sensoriale. Escursioni periferiche, negli sterrati, “vita e morte mescolate”, ma anche la Roma politica, ruffiana e salottiera, e poi gli incontri epocali, quasi mai confortevoli, legami con poeti e intellettuali straordinari (fra gli altri Giorgio Caproni, Attilio Bertolucci, Alberto Moravia, Enzo Siciliano, Elsa Morante, Carlo Emilio Gadda).