Le lettere e l’amore in letteratura: Abelardo e Eloisa

Il romanzo epistolare: caratteristiche, modelli e storia

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Tra le forme o generi del romanzo ha avuto notevole successo di pubblico, soprattutto nel Settecento e nell’Ottocento, il romanzo epistolare. Qui di seguito, una volta definite le sue caratteristiche e ricordati i modelli possibili, ne seguiamo il percorso dal Seicento a oggi.

Che cos’è il romanzo epistolare

Il romanzo epistolare è un romanzo scritto in lettere, cioè un romanzo la cui struttura è incentrata sul susseguirsi di lettere di uno o più mittenti, con o senza interventi da parte dell’autore. Lo svolgimento della storia è lasciato ai personaggi, a ciò che si scrivono. Attraverso le lettere è possibile, infatti, fornire elementi capaci di portare avanti la trama, oltre a elementi utili alla caratterizzazione dei personaggi e alla rappresentazione di ambienti e contesti.

Heroides di OvidioIl primo modello: Heroides di Ovidio

Heroides (in italiano: Eroidi) è una raccolta di 21 epistole in latino scritte tra il 25 e il 16 a.C. dal poeta romano Publio Ovidio Nasone (43 a.C.-17 o 18).

Le lettere, composte in distici elegiaci, sono scritte da famose eroine (da qui il titolo) del mito greco (Penelope, Fedra, Deianira, Arianna ecc.), del mito latino (Didone) e storiche (Saffo). Queste si rivolgono ai loro mariti o innamorati con toni amorosi o dolorosi, senza ricevere risposta dal destinatario (ci sono tre eccezioni di innamorati che scrivono alle loro donne e ricevono risposta: Paride-Elena, Leandro-Ero; Aconzio-Cidippe).

Le donne, per lo più, si lamentano per tradimenti subiti o per essere state abbandonate. Ovidio si serve del mito anche per rappresentare costumi e scandali delle matrone della sua epoca.

Le lettere e l’amore in letteratura: Abelardo e EloisaLe lettere e l’amore in letteratura: Abelardo e Eloisa

Storia delle mie disgrazie (Historia Calamitatum Mearum) del filosofo e teologo Pietro Abelardo (1079-1142) è un’autobiografia scritta in latino intorno al 1130 nella forma di una lettera a un amico. Abelardo ottiene successo e fama, ma la sua vita e la sua carriera sono segnate dall’amore per Eloisa che gli causò l’evirazione da parte dello zio di lei, la fuga e il ritiro in monastero della donna – i due avevano anche avuto un figlio e si erano sposati in segreto. Questo amore travagliato, pur occupando nell’opera uno spazio non preponderante, viene descritto minuziosamente.

Lettere di Abelardo e Eloisa, opera scritta poco dopo, raccoglie una scelta di lettere tra i due, successiva alla separazione, in cui emerge, toccante, l’amore non spezzato dagli eventi, ma in cui c’è anche un vivace scambio intellettuale. L’autenticità delle lettere è messa in dubbio.

L’amore tra Abelardo e Eloisa ha assunto un tale elevato valore nel corso della storia che a inizio Ottocento i resti di entrambi furono traslati in una cappella nel cimitero di Père-Lachaise di Parigi.

Altri modelli: le raccolte epistolari del Cinquecento

Gli altri modelli di questa forma letteraria risalgono al Cinquecento. In questo secolo, infatti, c’è un singolare fiorire di raccolte epistolari non solo di studiosi umanisti, ma anche di personaggi storici del tempo. Si va dalle antologie di autori vari alla raccolta di un solo autore. Oltre ai sei libri delle Lettere (1537-57) di Pietro Aretino (1492-1556), primo modello in volgare, va ricordato, per l’eccezionale successo (ne furono stampate, dal 1542 al 1567, ventotto edizioni), Lettere di diversi nobilissimi huomini et eccellentissimi ingegni di Paolo Manuzio, figlio di Aldo e come il padre stampatore e tipografo. L’utilità di queste opere è proprio la divulgazione del modello della lettera in lingua volgare.

Di natura diversa è Delle lettere amorose di due nobilissimi intelletti (1563) di Alvisio Pasqualigo, che potrebbe essere considerato un primo abbozzo di romanzo epistolare.

Seicento: i primi romanzi epistolari

Pamela, o la virtù premiata e ClarissaIndividuare le prime opere epistolari di un certo valore letterario antecedenti ai due classici del Settecento di Samuel Richardson, Pamela, o la virtù premiata e Clarissa, non è cosa facile.

È noto che in Francia, nel Seicento, le raccolte epistolari avevano già un successo assai significativo di pubblico, al punto che la corrispondenza tra l’aristocratica e fine letterata Madame de Sévigné (1626-1696) e la figlia, nel 1673, fu copiata da qualcuno ed ebbe una certa diffusione (fu la nipote a farne pubblicare una edizione ufficiale, edizione che uscì in due parti: 614 lettere nel 1734-’37, 772 nel 1754).

Il 1669 è un anno importante per il romanzo epistolare in virtù di due pubblicazioni: Lettere di una monaca portoghese attribuito a Gabriel-Joseph de la Vergne, conte di Guilleragues e Lettere di Babet di Edme Boursault.

Lettere di una monaca portoghese consiste in cinque lettere che la monaca portoghese Mariane rivolge all’amante ormai distante, un ufficiale francese. Scritte in uno stile molto verosimile, le lettere furono ritenute a lungo autentiche (il destinatario fu identificato nel marchese di Chamilly, che dal 1663 al 1668 aveva combattuto nella guerra di restaurazione portoghese). Nonostante nel Novecento diversi studi concordassero nell’attribuire l’opera al conte di Guilleragues, Myriam Cyr, in Letters of a Portuguese Nun: Uncovering the Mystery Behind a 17th Century Forbidden Love (2006), sostenne che la monaca Mariana Alcoforado potesse essere realmente esistita.

La raccolta ebbe un tale successo che ne seguirono imitazioni e pubblicazioni autonome di false aggiunte di lettere e risposte.

Lettere di BabetEdme Boursault (1638-1701) fu commediografo e autore di novelle e di un romanzo di successo: Le prince de Condé (1675). Lettere di Babet è parte del suo epistolario. Babet è una giovane borghese, le sue lettere sono rivolte a un letterato del quale è innamorata. Al tono ampolloso di lui si oppone il tono retorico ma naturale di lei. Lo scambio li avvicina, li fa incontrare, finché il padre di lei interviene per imporle come marito un mercante normanno. A quel punto Bebet si ritira in convento, e lì muore dopo pochi anni, ancora innamorata.

Settecento: il secolo di massima diffusione del romanzo epistolare

Nel Settecento il romanzo epistolare vive il periodo di maggiore prosperità, trovando diffusione in tutta Europa.

In Inghilterra, come anticipato, Samuel Richardson (1689-1761) ne pubblicò due di enorme successo.

Il primo, Pamela, o la virtù premiata (1740), ha per protagonista una povera dama di compagnia quindicenne, Pamela, la cui bellezza è pari alla virtù. Morta Lady B, Pamela lavora per il figlio, Mr. B, che si innamora di lei e cerca di prenderla addirittura con la forza. Mr B, in seguito, cambia modi, e con un corteggiamento gentile, alla fine, riesce a sposare Pamela.

Il secondo, Clarissa (1748), ha per protagonista una giovane di famiglia ricca, Clarissa Harlowe, che viene costretta a un matrimonio di interesse. Infelice, Clarissa cede a un giovane gentiluomo, Lovelace, che per odio verso la famiglia Harlowe la tiene prigioniera, la droga e la violenta, infine cerca di sposarla. Clarissa, tuttavia, in tante calamità si mantiene per quanto possibile virtuosa. Riesce a sfuggire a Lovelace, si ammala, è accolta dai poveri Smith. Il miglior amico di Lovelace, Belford, innamoratosi di lei, ne ammira la virtù e il modo in cui si avvicina alla morte. Morta Clarissa, seguono ulteriori eventi che interessano gli altri personaggi del romanzo, tra questi la morte di Lovelace in duello.

Tra tanti romanzi epistolari francesi, meritano di essere menzionati almeno due: Lettere persiane e Le relazioni pericolose.

In Lettere persiane (1721) di Montesquieu (1689-1755) due viaggiatori persiani aristocratici e colti, Usbek e Rica, con tono pungente e distacco criticano i costumi della società francese cattolica e assolutista. Tramite i due l’autore, che è tra i maggiori rappresentanti dell’illuminismo, opera una critica ad ampio raggio indirizzata alla società europea, alla Chiesa e alle istituzioni politiche, e si mostra a favore di valori come la libertà e la tolleranza.

Le relazioni pericoloseLe relazioni pericolose (1782) di Choderlos de Laclos (1741-1803) è di natura diversa. Capolavoro della letteratura francese che ha avuto diverse trasposizioni cinematografiche, l’opera è congegnata in maniera magistrale per il progressivo forte impatto drammatico: due nobili libertini, un uomo e una donna, coinvolgono una giovane e un giovane in intrighi e vendette fino all’esito tragico.

In Germania viene pubblicato, nel 1774, I dolori del giovane Werther di Johann Wolfgang Goethe (1749-1832), la storia di un amore impossibile tra Werther e Charlotte, promessa già a un altro. Il suicidio di Werther è stato causa dei primi numerosissimi fenomeni di suicidio mimico; in sociologia si parla, per casi analoghi, di effetto Werther.

In Italia, nel 1798, uscì la prima versione di Ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo (1778-1827), all’insaputa dell’autore, versione poi rivista per la pubblicazione ufficiale del 1802. Pur originato dal suicidio reale di uno studente universitario, il romanzo è una imitazione de I dolori del giovane Werther arricchita dal tema patriottico.

Dall’Ottocento a oggi: gli ultimi successi letterari

Se nell’Ottocento e nel Novecento i romanzi epistolari continuano a essere pubblicati e ad avere un buon successo di pubblico, negli ultimi anni, e cioè nell’era del web e delle mail che cambiano e velocizzano la comunicazione, essi risultano essere eccezioni per perdita di fascino e di impatto in un pubblico che ha ormai perso confidenza con la lettera scritta a mano.

DraculaPer l’Ottocento ricordiamo due opere tanto note e di tale impatto nel nostro immaginario da non aver bisogno che ci si soffermi: Frankenstein, o il moderno Prometeo (1818) di Mary Shelley (1797-1851) e Dracula (1897) di Bram Stoker (1847-1912).Che tu sia per me il coltello

Dal Novecento a oggi non abbiamo casi letterari clamorosi come nei secoli precedenti. Possiamo ricordare un’opera recente: Che tu sia per me il coltello (1998) dello scrittore israeliano David Grossman (1954), i cui protagonisti, Miriam e Yair, decidono di affidare una reciproca conoscenza profonda alle sole parole scritte.


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