Negli anni Sessanta, in America, un nuovo genere di romanzo emerge con successo di pubblico e di critica in virtù della pubblicazione di opere destinate a diventare classici, A sangue freddo (1966) di Truman Capote e Le armate della notte (1968) di Norman Mailer: il romanzo-reportage (o non-fiction).
Il genere, appartenente al New Journalism, può dirsi iniziato con la prima edizione di Operazione massacro (1957) del giornalista e scrittore argentino Rodolfo Walsh.
Il New Journalism come scuola e come stile
Il New Journalism (o Nuovo Giornalismo) è un modo nuovo di fare giornalismo, un approccio al mestiere e uno stile che si diffondono dagli anni Sessanta.
L’espressione New Journalism la ritroviamo solo nel 1972, in un articolo del giornalista e scrittore americano Tom Wolfe. Lo stesso Wolfe, nel 1973, pubblicò The New Journalism, una raccolta di 24 articoli ed estratti di scrittori e giornalisti che esemplificano il nuovo stile, una sorta di manifesto.
A essere antologizzati qui, oltre a Capote e Mailer: Robert Christgau, Joan Didion, John Gregory Dunne, Joe Eszterhas, Barbara Goldsmith, Richard Goldstein, Michael Herr, Joe McGinniss, James Mills, George Plimpton, Rex Reed, George Goodman, John Sack, Terry Southern, Gay Talese, Hunter S. Thompson, Nicholas Tomalin e Garry Wills.
Wolfe riassume il genere in quattro regole:
- La storia va costruita per scene in successione, evitando per quanto possibile la voce del cronista;
- Esprimere tutti i dettagli, aiutano alla rappresentazione dei personaggi;
- Usare i dialoghi, sono più coinvolgenti per i lettori;
- Usare il punto di vista interiore dei personaggi, anch’esso più coinvolgente per i lettori.
Il New Journalism è stato rivoluzionario per il giornalismo, interessando le firme mondiali più importanti. Tuttavia esso è stato anche soggetto a critiche, soprattutto perché il punto di vista soggettivo indebolirebbe l’oggettività dei fatti riportati.
Il romanzo-reportage: la genesi
Oggi il romanzo-reportage (o non-fiction) è un genere molto diffuso in tutto il mondo. In Italia, ad esempio, negli ultimi anni abbiamo avuto il clamoroso caso-Gomorra: Gomorra, opera di Roberto Saviano pubblicata da Mondadori nel 2006, è un reportage romanzato sulla camorra degli ultimi anni, tra faide, business del cemento e dei rifiuti tossici. Il romanzo è stato al centro di dibattiti e ha favorito una nuova esplosione del genere letterario.
Possiamo definire romanzo-reportage un genere letterario che tratta di fatti reali usando le tecniche della fiction, ma mantenendo l’impianto e il rigore del reportage giornalistico (precisazione utile a non confondere il genere con il romanzo storico).
Possiamo considerare il miglior romanzo-reportage A sangue freddo di Capote. Lo scrittore, letta una notizia di cronaca nera riguardante l’assassinio, da parte di due giovani ex-carcerati in libertà vigilata, di un agricoltore benestante, della moglie e di due figli, si diresse in Kansas per raccogliere testimonianze e incontrare i protagonisti della vicenda.
Pubblicò il libro a puntate sul «New Yorker» nel 1965, miscelando magistralmente gli stilemi del romanzo classico con la cronaca. Uscito in volume l’anno successivo, il romanzo ebbe un notevole successo e scatenò per l’approccio voyeuristico, come fu definito, dell’autore, il cui equilibrio psichico fu definitivamente minato dalla lunga lavorazione.
Otto anni prima dell’opera di Capote, il genere è stato inaugurato da un altro romanzo di fama internazionale: Operazione massacro di Rodolfo Walsh.
Il desaparecido Rodolfo Walsh
Rodolfo Walsh (1927-1977) fu correttore di bozze, traduttore, giornalista e scrittore. Scrisse dapprima racconti polizieschi, poi la pubblicazione, nel 1957, di Operazione massacro lo volse totalmente al giornalismo d’inchiesta.
Nel 1959, a Cuba, decrittò un telex della CIA permettendo a Fidel Castro di sventare l’invasione americana alla Baia dei Porci. In Argentina si oppose alla dittatura dei generali e divenne così un ricercato.
Nel 1977, a causa della sua Lettera aperta di uno scrittore alla giunta militare in cui denunciò con forza la dittatura del generale Videla, fu catturato e il suo nome è nell’elenco dei desaparecidos.
Operazione massacro: il primo romanzo-reportage
Operazione massacro fu pubblicato in quattro edizioni: la prima nel 1957 sul foglio sindacale Revolución Nacional e l’ultima nel 1972. Si tratta del primo fulgido caso di romanzo-reportage, un’inchiesta giornalistica che è anche alta letteratura.
Noto il punto di partenza dell’opera: alla fine del 1956, Walsh venne a sapere dell’uccisione di alcuni cittadini a opera della polizia presso José León Suàrez, in provincia di Buenos Aires.
Erano i giorni della repressione, da parte dei militari al potere, della rivolta peronista, ci andarono di mezzo anche innocenti.
Walsh condusse una pericolosa indagine – forte soprattutto delle testimonianze di alcuni fortunati sopravvissuti alla fucilazione in quella che fu definita “Operazione massacro” – che mise a nudo le responsabilità gravissime di polizia e forze armate pur abbattendosi contro le falsità sostenute in sede di processo dai rappresentanti della dittatura.
L’opera ha iniziato il genere in virtù della forma scelta da Walsh: non controinchiesta, ma opera narrativa, seppur rigorosa nella rappresentazione della verità, con la struttura di un noir.
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