Navigando sui social network, che siano i più popolari Facebook e Twitter o altri, ci capita di imbatterci in post o in generale in contenuti in cui sono presenti parole o frasi senza spazi precedute dal simbolo del cancelletto (#). A volte troviamo addirittura liste di parole con cancelletto. Stiamo parlando degli hashtag, naturalmente, e qui di seguito vi spieghiamo a cosa servono e come si usano.
Che cos’è un hashtag
Il termine hashtag per il dizionario italiano è un neologismo recente, derivante dall’inglese hashtag composto da hash (“cancelletto”) e tag (“etichetta”). Esso identifica la parola o la frase senza spazi preceduta dal cancelletto (#), una forma, questa, che permette di creare aggregatori per tema: cercando un determinato hashtag si riesce ad attingere a tutti i contenuti aventi la stessa etichetta. L’hashtag è stato utilizzato per la prima volta nel 2007.
L’hashtag e Twitter
Il social network che per primo ha sviluppato l’uso dell’hashtag è stato Twitter. Twitter, un social notoriamente veloce in cui i contenuti visibili (tweet), concentrati in un massimo di 140 caratteri e appartenenti ai soli utenti di cui si è follower (cioè, che si seguono), scorrono sulla home in ordine cronologico inverso, inizialmente non disponeva di un metodo per indicizzare. L’hashtag, dal 2009, è stato utilizzato per raggruppare i tweet, e dall’anno successivo la home di Twitter si è arricchita della funzione “trending topics”, cioè l’elenco degli hashtag più usati dagli utenti. Da Twitter, l’uso dell’hashtag si è diffuso, negli stessi anni, in altre piattaforme; le più note sono YouTube, Facebook, Instagram, Google+, Pinterest e Tumblr.
Hashtag: a cosa serve e come si usa
L’hashtag consente di cercare contenuti sullo stesso tema o parola chiave, semplifica le interazioni sullo stesso argomento, inoltre, se ben utilizzato, è molto utile a incrementare la popolarità; alcuni hashtag diventano di tendenza, cioè per un determinato periodo sono seguiti o utilizzati da un numero assai significativo di utenti. Per usarlo al meglio si deve innanzitutto saper individuare la parola chiave migliore: il termine preceduto dal cancelletto, cioè, deve essere il più inerente possibile all’argomento trattato. Se un determinato argomento è di tendenza o almeno già seguito e discusso da altri utenti, è consigliabile usare l’hashtag già creato per l’occorrenza, non è utile crearne di nuovi.
Sebbene capiti spesso di imbattersi in post in cui è abbondante l’uso degli hashtag, è meglio usarne in maniera limitata. È buona regola la brevità unita all’immediatezza, anche se è possibile creare hashtag che sono frasi. Usato all’interno di frasi, l’hashtag ne guadagna in chiarezza perché rafforzato da un contesto. Al di là di queste regole generali, l’uso dell’hashtag varia a seconda della piattaforma. Su Twitter sono consigliabili, in virtù della sua velocità, hashtag brevi e pochi (al massimo tre). Al contrario su un social network come Instagram, poiché l’hashtag serve a catalogare le immagini, si consiglia di usarne in abbondanza. Più complesso il discorso sul più usato tra i social network, Facebook, in cui l’hashtag è stato introdotto nel 2013. Qui, a causa delle impostazioni della privacy degli utenti e della natura diaristica, l’uso dell’hashtag in principio si è rivelato addirittura controproducente per le interazioni e se ne fa tutt’oggi un uso moderato.