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Perché se suoni o canti riesci a parlare meglio le lingue straniere

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In un’economia sempre più interconnessa, sempre più urgente per chi desidera inserirsi ne mondo del lavoro diventa la buona conoscenza di una o più lingue straniere. Ciascuna persona ha una predisposizione più o meno evidente per lo studio delle lingue. Alcuni ricercatori però, nel corso dei loro studi, si sono resi conto che la musica, e in particolare il canto, sembrano rendere più facile l’acquisizione di una lingua.

Ma esiste davvero una connessione tra musica e studio delle lingue straniere?

La musica è imitazione di suoni

Dagli studi di alcuni scienziati sembra proprio che esista una predisposizione alle lingue straniere da parte di soggetti avvezzi a suonare uno strumento musicale o, ancora in maggior misura, appassionati di canto. Teoricamente questa connessione potrebbe essere dovuta al fatto che la musica in generale, così come il canto, sono azioni imitative di suoni e facilitano quindi l’abilità fonetica.

Ma il talento musicale non è sufficiente

Ovviamente sarebbe però troppo facile sostenere che chiunque conosca la musica o sia intonato, possa imparare velocemente qualsiasi lingua straniera. D’altra parte, come per qualsiasi altra materia di studio, avere talento non basta. Serve comunque un lungo studio e tanta buona volontà per imparare una lingua, semmai il talento rende più veloce la pratica. Certo, l’abitudine a distinguere i suoni, a memorizzarli e a ripeterli, sicuramente è un buon punto di partenza, ma non è la soluzione.

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Anche gli stonati sono ottimi studenti di lingue

A dimostrazione che un buon orecchio musicale non è sufficiente è dimostrato dalla quantità di persone che percorrono la carriera di traduttore o interprete pur essendo completamente stonata. La capacità musicale è infatti soltanto uno dei tanti fattori di predisposizione, contano naturalmente molto anche le proprie conoscenze culturali, le assonanze con la propria lingua madre, le motivazioni che spingono allo studio e, perché no, anche la memoria.

Imparare una lingua dipende da molti fattori

L’apprendimento delle lingue ha molto rapporti anche con la propria cultura. Esperienze passate, viaggi intrapresi, studi storici o geografici, tutto può aiutare. Una leggenda da sfatare è infatti quella che sostiene i bambini molto più ricettivi degli adulti nello studio di una lingua straniera. Questo è vero solo in parte. Sicuramente i bambini, avendo meno pensieri, hanno la mente più libera e quindi ricettiva di nuove conoscenze. Ma questo non ha nulla a che fare con le lingue.
Un adulto che si mette di impegno e ha valide motivazioni, normalmente impara a esprimersi in una nuova lingua molto più facilmente di un bambino. Quest’ultimo probabilmente memorizza un gran numero di parole in minor tempo, ma questo non significa parlare o comprendere un altro idioma.

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I bambini bilingue non sempre sono avvantaggiati in età adulta

Un’altra leggenda da sfatare è che crescere un bambino in maniera bilingue gli renda più facile lo studio nel futuro. Alcuni studi dimostrerebbero in fatti che apprendendo due lingue in maniera uniforme spesso induce i bambini a non parlarne perfettamente nessuna, perché diventa per loro facile fare confusione, sia a livello ortografico che fonetico.
Nel dubbio, meglio aiutare i bambini a comprendere entrambe le lingue ma a crescerli in una scuola monolingua in modo che ne afferrino perfettamente la grammatica. Per loro sarà comunque più facile imparare poi anche la nuova lingua, ma con molta meno confusione.